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Aprilia

Dati del Comune

Abitanti: 2.237 (1936) – 6.943 (1951). Superficie 178,11 kmq. Altitudine 80 m. slm. Centro ai margini dell’Agro Romano. Comuni confinanti: Anzio (Rm), Ardea (Rm), Ariccia (Rm), Cisterna di Latina, Lanuvio (Rm), Latina, Nettuno, (Rm), Velletri (Rm).

La motivazione della decorazione

La motivazione della Medaglia di bronzo al merito civile recita:

Situato in posizione strategica, durante l’ultimo conflitto mondiale, fu teatro di feroci battaglie fra i due eserciti che se ne contendevano l’occupazione. Nonostante gli ingenti danni all’abitato e alle infrastrutture, la popolazione sopportò gli enormi disagi con grande spirito di sacrificio e si adoperò instancabilmente nella difficile opera di ricostruzione. Aprilia (Lt), gennaio-giugno 1944.

Le vicende belliche e resistenziali

Il primo bombardamento alleato avvenne il 15 ottobre 1943 che colpì più volte fino al maggio 1944 lo scalo ferroviario di Campoleone.

Nel gennaio 1944 Aprilia fu chiamata dagli Alleati the factory perché così appariva nelle mappe aeree il nucleo centrale in mattoni rossi, con i pochi edifici rimasti in piedi.

La popolazione aveva lasciato le proprie abitazioni e trovarono rifugio in Campania e in Calabria.

Il 1° gennaio 1944, a Campoleone, la squadra partigiana  “Castelli romani”, comandata da Pino Levi Cavaglione attaccò un convoglio tedesco, uccidendo alcuni soldati e distruggendo alcuni automezzi. La banda effettuò anche azioni di intelligence e di sabotaggio.

Il giorno seguente una squadra partigiana di Ariccia tentò sempre a Campoleone un’azione analoga a quella della notte precedente, ma riuscì con difficoltà a sottrarsi alla reazione tedesca.

Nei giorni 29-31 gennaio le truppe britanniche tentarono di occupare il paese, ma dopo scontri a fuoco e all’arma bianca, vennero  respinte oltre Campoleone.

L’area di Aprilia fu un campo di battaglia senza soluzione di continuità tra 16 gennaio e il 20 febbraio. Attacchi e contrattacchi da parte delle truppe britanniche e statunitensi contro le truppe tedesche si alternarono nello scacchiere.

Nei primi sette giorni i tedeschi commisero l’errore di schierare – per ordine di Hitler – il reggimento “Berlin-Spandau Lehr”, profondamente politicizzato e determinato, ma schierato senza conoscenza della zona, tra l’altro resa fangosa delle continue piogge: dopo la perdita della quasi totalità dei suoi ufficiali e fatto bersaglio del fuoco di due incrociatori e del bombardamento da parte di 812 velivoli, il reparto venne praticamente annullato; la messa in campo dei nuovissimi carri armati Tigre non fu sufficinte ad evitare la disfatta e di conseguenza l’attacco tedesco si trasformò in una strenua difesa.

Ma, da una posizione di difesa seguìva un contrattacco: dal 17 al 19 febbraio i tedeschi lanciarono nella lotta tutte le loro forze, costringendo gli americani di far scendere in campo persino magazzinieri e cuochi.

Ma le decimazioni, non sempre coperte da forze fresche, furono terrificanti in termini di perdite. Centinaia furono i prigionieri tedeschi e mucchi di cadaveri vennero seppelliti con l’ausilio dei bulldozer. Nel contempo anche da parte degli Alleati, i battaglioni britannici erano praticamente spariti: uno, ad esempio, dei 600 uomini che la componevano, sopravvissero 3 ufficiali e 78 soldati.

Nel periodo citato erano periti oltre 5.000 uomini per ogni schieramento, esclusi i 30.000 caduti nei precedenti scontri e in altre zone del fronte.

Come noto, gli Alleati, alla fine di maggio del 1944, riuscirono a sfondare la linea Gustav e a liberare progressivamente i centri abitati: Aprilia fu l’ultimo comune della provincia di Littoria che venne liberato, il 28 maggio, da parte delle truppe britanniche, ma dopo una difesa ad oltranza delle indebolite ma compatte forze tedesche. Il giorno successivo venne la volta della martoriata stazione ferroviaria di Campoleone.

“Il 22 giugno 1944, il segretario comunale scrisse al Prefetto di Latina una relazione sulle condizioni riscontrate ad Aprilia e nel suo circondario. Tra l’altro: …molti cadaveri erano privi di sepoltura e occorrevano disinfettanti. La popolazione era priva di qualsiasi genere alimentare. Occorreva bonificare i campi minati, altrimenti non si sarebbe potuto raccogliere il grano…Dopo quasi un anno la situazione rimase pressoché invariata, tanto che solamente 2.860 su 6.000 abitanti delle frazioni di Campoleone, Campo di Carne e Carroceto erano rientrati nelle <case> e che le squadre di sminatori non riuscivano a liberare più di un ettaro al giorno, per scarsezza di personale e di mezzi…” (Compagno)

La memoria

L’opera che rappresenta la città è la statua bronzea di San Michele Arcangelo, eseguita da VenanzCrocetti nel 1936, con i segni dei colpi del maggio 1944. E’ stata restaurata nel 1991.

  • Monumento ai caduti di Aprilia, opera in cemento e bronzo di L.Gheno (1960) –p.d/Repubblica
  • Scultura “Evoluzione” di U.Mastroianni  (1997)– p. Roma.
  • Monumento ai Caduti dell’Artiglieria (2013)-parco comunale C.A.Dalla Chiesa
  • Stele  caduti RSI a Campoverde di Aprilia
  • “Il graffio della vita”-Monumento dello sbarco- Campodicarne di Aprilia
  • Targa “Dallo sbarco di Anzio alla battaglia di Lanuvio”-p.Berlinguer Campoleone di A.
  • Mon.“Caduti, dispersi e senza sepoltura”18.2.1944 (s.ten. Waters)-zona.Buon Riposo

Bibliografia

La grande enciclopedia della tua regione. Il Lazio (4), pp.72-75.

Wikipedia, ad nomen

www.comunediaprilia.gov.it

G.Compagno, “Da Guerneville un aiuto inatteso”, in: (a cura) G.L.Campagna), 33 salti nella storia.

(cit.), pp.226- 228.

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