skip to Main Content

Gaeta

Dati del Comune

Abitanti: 18.332 (1936) – 18.323 (1951). Superficie 29,20 kmq. Città con porto sull’omonimo porto. Comuni confinanti: Formia, Itri.

La motivazione della decorazione

La città di Gaeta è decorata con medaglia d’argento al valor civile.

 

Le vicende belliche e resistenziali

Pur non essendoci nella provincia e a Gaeta in particolare alcuna forma organizzata antifascista, si devono rilevare molteplici atti di sabotaggio avvenuti nei mesi di settembre e ottobre 1942 nei mulini della SAMIP, con il fermo di alcuni operai. Fatti sporadici, ma che sottendono uno stato d’animo popolare influenzato dalle sconfitte militari in Africa e in Russia ma che nel contempo comincia a percepire la preoccupazione per i sempre più frequenti attacchi aerei alleati.

La notte del 28 luglio 1943, evitando posti di blocco tedeschi, Mussolini fu trasferito in macchina da Roma e dal porto di Gaeta portato a Ventotene, prima tappa di un lungo percorso con destinazione finale Monaco di Baviera. Nel pomeriggio alcune persone tentarono di saccheggiare la villa estiva di Roberto Farinacci, ma furono sottratte solamente qualche bottiglia di vino; per tutta la giornata si ebbero numerosi incidenti e assalti alle sedi dei gruppi fascisti.

Il 18 agosto marinai di alcune navi italiane alla fonda nel porto, salutarono con il pugno chiuso e intonano “Bandiera rossa” al passaggio del vaporetto che aveva a bordo gli antifascisti liberati dal confino di Ventotene.

Il 7 settembre la corvetta Ibis attraccò nel porto: dal mezzo navale scesero due ufficiali in divisa straniera che furono fatti salire su un’ambulanza con direzione Roma: essi erano il gen. Maxwell Taylor, comandante dell’82° divisione aerotrasportata e il suo aiutante, il col. William Gardiner. A Roma avrebbero tentato di organizzare l’ “Operazione Giant 2” che nei piani strategici prevedeva un aviosbarco alleato a nord di Roma, non realizzato per l’assenza, lato italiano, di validi interlocutori per effettuare il piano.

Gaeta, alla data dell’8 settembre era una fondamentale base militare: oltre alla 15° divisione Panzergrenadier tedesca, vi era uno squadrone di difesa costiera, la Milizia volontaria costiera, la 1° squadriglia aerosiluranti e la 2° flottiglia MAS ma che in totale disponeva di soli due mezzi efficienti; completavano il quadro di difesa italiana alcuni pescherecci armati. Tutto questo apparato si disciolse con l’armistizio,

La popolazione di Gaeta visse pagine dolorose dall’8 settembre 1943, fino al 19 maggio 1944, giorno della sua liberazione: ben 12 incursioni aeree alleate s’abbatterono sul porto e nel centro storico, a partire dal 9 settembre, giorno in cui i tedeschi entrarono in città, dopo avere agevolmente superato senza difficoltà un posto di blocco italiano.

Le incursioni alleate erano iniziate il 6 settembre, quando aerei britannici lanciarono delle bombe, ma senza arrecare alcun danno, perché gli ordigni caddero in mare aperto e in zone disabitate.

In quello stesso giorno le corvette Gru, Gabbiano e Pellicano riuscirono a sfuggire alla cattura. Scontri avvennero in più punti fra marinai italiani della nave-officina Quarnaro  poi affondata dagli occupanti – e truppe tedesche, mentre sulla città venivano sparate dai tedeschi alcune cannonate: nella tarda mattinata, il comandante del presidio accettò la resa per evitare ulteriori danni e pericoli alla popolazione e alla città. Il giorno 12 i tedeschi ordinarono alla popolazione di sgomberare le abitazioni. Il 24 ingiunsero di evacuare la città ed il territorio circostante per cinque km dal mare; analogo provvedimento venne preso per Formia e Terracina. Vani furono i tentativi degli uomini abili al lavoro, razziati dai tedeschi per la realizzazione dei sistemi di difesa; molti di essi furono deportati in Germania.

Il 19 maggio, nello stesso giorno della liberazione di Itri, esploratori della 85° divisione statunitense entrarono nella città.

Nelle cerimonie ufficiali si rievoca specialmente il comportamento e i valori con cui la Marina, in quei dolorosi momenti, ha saputo ispirarsi e unirsi, restando disciplinata e compatta fino alla fine. Un tributo si deve dare ai comandanti e agli equipaggi, ricordando in particolare i marinai di Gaeta, che presero il mare con coraggio e determinazione. La Marina non si arrese e proseguì la sua attività militare, in obbedienza agli ordini ricevuti.

Simbolo di tale abnegazione è il sottotenente Ugo Della Monica, il primo a morire nella difesa costiera di Gaeta, dopo l’annuncio dell’armistizio.

L’ex Caserma Cosenz ospitò gli sfollati senzatetto del centro storico pesantemente colpito da gravi distruzioni; dopo la guerra il complesso ospitò anche degli esuli istriani e dalmati rifugiati a Gaeta.

Dopo la guerra molte furono le vittime tra i pescatori dell’intera zona costiera, a causa delle mine poste in mare; nel luglio 1949 cinque pescatori vennero dilaniati da una mina che cercavano di disattivare sulla spiaggia alla periferia di Gaeta.

 

La memoria

  • Monumento ai caduti civili e militari della II GM – piazza Mons. Di Liegro
  • Targa dei rifugiati istriani e dalmati – int.ex caserma Cosenz

 

Bibliografia

La grande enciclopedia della tua regione. Il Lazio (22-23), pp.136-145

P.G.Sottoriva, Cronache da due fronti,  (cit.), pp.47, 50-51, 57, 59-62, 70-71, 76, 84, 203, 239

Gaeta Channel.it. Sito web

Wikipedia, ad nomen

Dizionario storico biografico del Lazio (cit.), ad nomen

R.Tartaglia, “999, qui la sapienza”, in: (a cura) G.L.Campagna, 33 salti nella storia (cit.), p.40.

 

Back To Top