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Avico Celestino

Nato a Viterbo il 23 settembre 1899, Volontario nella Grande guerra, geometra, comunista, membro del Direttorio viterbese dell’Associazione fra gli Arditi del popolo, antifascista durante il Ventennio, confinato. Nella Resistenza, a Roma, a capo del gruppo Armata rossa: insegna ai Gap come costruire gli esplosivi con i tubi Innocenti (restituendo gli insegnamenti che da Ardito del popolo aveva appreso in via dei Sardi, nel quartiere S. Lorenzo di Roma), perciò ricordato da Rosario Bentivegna in “Achtung banditi”. Con la Liberazione della Capitale, Avico e Giordano Amidani, altro capo di Armata rossa , costituiscono un Comando militare unificato con il Movimento comunista d’Italia – Bandiera rossa, con l’obiettivo di continuare la Resistenza al Nord in un’ottica rivoluzionaria e di classe. Il progetto naufraga, anche per la repressione degli Alleati, e nel settembre 1944 Armata rossa si scioglie, denunciando la caccia all’attestato dei finti partigiani e indicando ai propri militanti la confluenza nel Pci. Avico è ricordato in diverse pubblicazioni: oltre che “Achtung banditi” di Rosario Bentivegna, citiamo pure “Non ho parlato” del Carabiniere viterbese Angelo Ioppi, internato in via Tasso, Medaglia d’oro al valor militare della Resistenza.

 Archivio centrale dello Stato, Ministero degli interni, Casellario politico centrale, Busta 220, Fascicolo 1228
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