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Guidoni Unico

Nato a Viterbo il 22 ottobre 1923- Caduto a Roma il 24 marzo 1944, alle Fosse Ardeatine. Figlio di Guido e Pierina Simoni. Frequenta il Liceo “Marcantonio Colonna” dove ha come insegnante Don Giuseppe Morosini, e prosegue gli studi iscrivendosi alla facoltà di Lettere e Filosofia della Capitale. Già prima dell’occupazione di Roma, partecipa alla vita di gruppi clandestini di giovani comunisti ed è tra gli ideatori della scuola di pensiero marxista-leninista “Grottarossa”, fondata il 23 dicembre 1943, in pieno periodo clandestino. Luogo di formazione e rifugio, la scuola viene smantellata nel marzo 1944 in seguito all’arresto di Eusebio Troiani. Nel frattempo, Unico partecipa in prima linea ad azioni partigiane nell’alto Lazio viterbese e in Sabina, dove si preoccupa di diffondere Bandiera Rossa e altri materiali di propaganda antifascista. Si impegna anche nei servizi di collegamento tra varie bande partigiane e a organizzare la prima zona del Movimento comunista d’Italia. Arrestato il 23 gennaio nella latteria di Sant’Andrea delle Fratte insieme ad altri compagni, viene portato a via Tasso dove rimane per circa un mese con l’accusa di propaganda antifascista e divulgazione di giornali clandestini. Imputato nel processo di Aladino Govoni, viene successivamente trasferito a Regina Coeli, dove impressiona i suoi carcerieri per la sottigliezza e la bontà dei suoi ragionamenti filosofici. Condannato a una pena “mite” di due anni di lavoro forzato in Germania [processato e condannato a morte, si legge nella scheda di via Tasso, mentre la destinazione in Germania è una supposizione del volume sui viterbesi] Unico si trova ancora in carcere al momento dell’azione partigiana di via Rasella e per questo viene inserito dal questore Caruso nella lista dei condannati a morte e trucidato alle Fosse Ardeatine all’età di 21 anni. A Roma è ricordato con  una lapide marmorea posta in via Federico Confalonieri. Riposa nel Mausoleo nel sacello 113.

Mogavero, 2016, pp. 238-9; 364; 221; La Bella, Mecaloro, Amadori, pp. 135-37; Fascicolo nominale MSL scheda n.489; Gelsomini, dattiloscritto Voglio vivere disperatamente, in fascicolo nominale Mslr; sito Anfim; Ascarelli 1992, p. 181; Corvisieri 1968 p. 104; brogliaccio di Regina Coeli; Anfim, archivio, fascicolo nominale; Mogavero 2002, p. 127; D’Agostini – Forti 1965, p. 428

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