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Iaforte Domenico

Domenico Iaforte, nato a Sora (Frosinone), il 15 novembre 1893- caduto a Roma il 24 marzo 1944, alle Fosse Ardeatine. Detto “Menicuccio” è figlio di Antonio e Restituita Pede. Dal padre impara il mestiere di calzolaio e si trasferisce presto a Roma dove raggiunge un fratello. Richiamato come soldato a combattere la Prima guerra mondiale, viene ferito a un piede gravemente, tanto da essere dichiarato grande invalido. Tornato a Roma, riprende il suo mestiere di calzolaio e dal 1940 affianca ad essa anche l’attività di portierato nello stabile in cui abita, a via della Stelletta 20. Durante l’occupazione tedesca, prende parte alle attività clandestine rivendicate sia dal Partito Comunista (Brigata Garibaldi/secondo la scheda di via Tasso), sia da Bandiera Rossa. Si occupa soprattutto di propaganda anche se gli amici e alcuni parenti escludono la sua partecipazione alla lotta attiva. Viene arrestato il 14 marzo 1944 e da lì portato in via Tasso dove subisce interrogatori e violenze senza mai un cedimento. Dopo l’azione partigiana di via Rasella, il suo nome è inserito nella lista dei condannati a morte per rappresaglia. Viene fucilato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944, all’età di cinquant’anni. Riposa nel Mausoleo Fosse Ardeatine, sacello 132. A Roma è ricordato con due lapidi marmoree poste in via della Stelletta ed in via del Banco di S. Spirito.

Perrone-Capano 1963, pp. 498; Ascarelli, 1963, p. 90; Pompeo 2000; Ascarelli 1992, p. 181; sito Anfim; Anfim, archivio, fascicolo nominale; Mogavero 2002, p. 1, 128; D’Agostini – Forti 1965, p. 429; Mogavero, Biografico, Vol. II, p. 1028; Sora, Ferite di guerra, con pagine di diario di Wesla Mancini e un contributo di Michele Ferri sull’antifascismo a Sora Giuseppe D’Onorio, Costantino Jadecola

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