Bruni Francesco
Nato a Ceccano, in provincia di Frosinone, il 31 ottobre 1925- morto a Roma l’8 maggio 1944. Francesco è figlio di Giuseppe, calzolaio, e di Regina. Francesco è un tecnico radioamatore e vive a Roma, dove risiede al Lungotevere Mellini 10. Entra nella Resistenza romana sin dal 9 settembre 1943; per non dover servire per l’invasore tedesco, si arruola nell’Unpa (Unione nazionale protezione antiaerea). Rastrellato dai tedeschi nel dicembre 1943, viene inviato a Vicenza e, liberato dai partigiani locali, partecipa ad azioni nella zona di Arzignano. Una volta rientrato a Roma, continua la lotta clandestina tra Roma e Frosinone, sostenuto e aiutato dalla madre Regina, comandante di squadra nella 1° zona di Giustizia e Libertà. Per una delazione, le SS vengono informate delle sua attività di sabotaggio contro camion tedeschi in viale Regina Elena, in via Nomentana, in via del Tritone e in via Francesco Crispi. Proprio in questa via, mentre esce alle 15.30 del 25 gennaio da un locale pubblico, viene gravemente ferito da alcuni colpi di pistola sparatigli a bruciapelo da un ufficiale tedesco che lo sta pedinando. Trasportato all’ospedale Santo Spirito e piantonato, viene sottoposto a duri interrogatori e a continue minacce, ma non rivela i nomi dei compagni di lotta. Senza adeguate cure, le sue condizioni di salute peggiorano di giorno in giorno fino all’8 maggio, giorno del suo decesso. Roma ricorda Francesco Bruni al Sepolcreto della Liberazione del cimitero del Verano, con un pannello biografico all’interno del Museo storico della Liberazione di via Tasso e a Piazza Pia insieme agli altri martiri della Resistenza membri di Giustizia e Libertà.
Mogavero; scheda ANPI 1158; http://www.loffredi.it/files/Francesco-Bruni-.pdf