Giustiniani Antonio
Nato a Roccapassa di Amatrice (Rieti), il 1 ottobre 1901- caduto a Roma il 1944, alle Fosse Ardeatine. Figlio di Carlo e Anna Pigoni. A Roma lavora come cameriere in un ristorante di via della Stelletta e durante il periodo di occupazione, collabora con il Partito Comunista con il compito di rifornire di armi i compagni in azione. Non avendo mai nascosto le sue idee avverse al fascismo, neppure di fronte agli avventori della trattoria, viene denunciato da una SS italiana, cliente abituale del locale. Le SS lo arrestano nella sua abitazione di via dei Banchi Vecchi la sera del 24 febbraio e insieme a lui portano via anche il padre e il cognato, rilasciati poi dopo pochi giorni. Intanto anche la casa viene perquisita dalla milizia che sequestra una somma di denaro nascosta da Antonio per provvedere alle necessità dei compagni combattenti. Sottoposto a processo dal Tribunale germanico, viene prosciolto per insufficienza di prove e dichiarato estraneo a ogni attività pericolosa. Eppure Antonio si trova ancora in carcere al momento dell’attacco partigiano a via Rasella e per questo, il 24 marzo, il suo nome finisce nella lista dei destinati alle Fosse Ardeatine. L’identificazione della sua salma è stata possibile solo grazie alle lunghe, estenuanti e tenaci ricerche della moglie. La salma si trova nel mausoleo delle Fosse Ardeatine, nel sacello 136. Antonio Giustiniani è ricordato insieme a Rosario Petrelli (meccanico di Caltagirone, amico e compagno nella lotta partigiana) in via della Stelletta con una lapide a loro dedicata dagli abitanti del rione.
Massimi, 1974, p. 7; Mogavero 2002, p. 56; sito Anfim; Ascarelli 1992, p. 180; Anfim, archivio, fascicolo nominale; Mogavero, 2012, pp. 93-4; Portelli, p. 70