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La guerra a Labico

Testimonianza di  Anna Lucia Paris
3 Marzo 1944
“Oltre 70 anni fa……giorno funesto per Labico, l’Italia era nel pieno della seconda guerra mondiale, aerei americani sganciarono bombe sulla piazza della Chiesa, causando morte e distruzione…….
[Qualche anno fa (1999) ero presidente del CdA della Biblioteca Comunale di Labico ed avevo un progetto: raccogliere i racconti delle persone anziane di Labico su come si svolgeva la vita e i fatti che erano successi nel nostro paese nel periodo tra l’8 settembre 1943 ( armistizio) e il 1945 ( fine della Guerra). Il progetto è andato in porto con l’aiuto dell’amministrazione comunale e della scuola elementare. I ragazzi delle quinte di quell’anno intervistarono gli anziani loro parenti, amici e vicini di casa ed il risultato fu il libro “Memorie ritrovate”: una ricostruzione, tramite le interviste, degli eventi bellici nella comunità di Labico e uno spaccato di vita vissuta con esperienze e vicende che non troviamo in nessun libro di storia, ma che erano soltanto nella memoria e nei racconti narrati dei nostri nonni. Ho un rammarico, non aver potuto intervistare molta altra gente, e quindi ci sono sicuramente delle lacune che ormai difficilmente si possono colmare….Ora, vorrei riassumere i fatti raccolti nel libro come un racconto…]
La guerra a Labico, aveva interrotto il lento incedere di una tranquilla e povera vita contadina, fatta di lavoro nei campi, rendendola ancora più povera per la mancanza degli uomini andati al fronte. Il ricordo più vivo nella memoria dei nostri cari era la fame e la paura…il pane fatto in casa era di farina bianca per i più fortunati ,o di semola , che si sbriciolava solo a toccarlo, per la maggior parte di loro, Il companatico erano le “ramoracce”, erba che si trovava nei campi incolti. Si dormiva nei ricoveri e ogni volta che passava un aereo il cuore batteva a mille per la paura…
Il primo fatto che fece capire alla gente di Labico, che la guerra era arrivata anche nelle loro case, avvenne la sera del 4 novembre 1943: in piazza del mercato c’era un camion pieno di tedeschi e da un aereo americano furono sganciate due bombe per colpirli, una cadde senza fare vittime, l’altra invece distrusse la casa di Santina Zulani che morì sotto le macerie. Dopo questo episodio, i labicani si ritirarono nei ricoveri: Labico era pieno di grotte che offrivano un rifugio sicuro, la gente vi portava il poco che aveva, convivendo con tante altre persone e condividendo con loro fame e bisogni, rabbia e paura.
Nella memoria di molti anziani è vivo il ricordo dell’uccisione da parte dei tedeschi di un ragazzo: Giuseppe Colonna. Questo episodio è significativo per capire l’atmosfera di paura e di precarietà che si respirava, quando bastava un niente per far premere il grilletto di una pistola. Giuseppe camminava tranquillo con un amico in piazza Umberto I, quando due tedeschi ubriachi intimarono loro di fermarsi; i due ragazzi per la paura si misero a correre, uno si rifugiò in una cantina, mentre Giuseppe fu raggiunto dal tedesco che gli sparò alle spalle. La sorella Maria correva a loro piangendo e imprecando contro il tedesco, ma questo le puntò la pistola contro minacciando di uccidere anche lei. Era il 5 dicembre 1943 e il vicolo dove il ragazzo è stato ucciso, adesso porta il suo nome.
Il fatto più eclatante e terribile che è successo a Labico, è il bombardamento del 3 marzo 1944 quando aerei americani bombardarono piazza della Chiesa, dove c’era un comando tedesco. Le bombe spazzarono via in un attimo un’intera parte del paese, una zona antichissima chiamata vicolo dei Torrioni. E con la distruzione delle case, la morte della gente che vi abitava. In tanti hanno raccontato di quell’episodio, di come per un fortunato frangente non si sono trovati lì in quel momento, o di altri che invece c’erano e potevano non esserci, come la giovane coppia di sposi che veniva da Ferentino per vendere l’olio e purtroppo morì sotto le macerie… di chi per fortuna si è salvato trovandosi sotto una trave o di chi invece vi ha trovato la morte. Per lo piuù donne e bambini. Donne che stavano impastando il pane, accendendo il fuoco, allattando il figlio….e bambini, tanti bambini che giocavano ignari della crudeltà della guerra. I morti quel giorno furono circa 30; man mano che venivano tirati fuori dalle macerie, i corpi venivano deposti nella vicina chiesa, allineati uno vicino all’altro cercando di ricomporre le famiglie: la madre con il figlio, il nonno con il nipote, il fratello con il fratello…una donna è impazzita, e come non impazzire vedendo i corpi straziati e senza vita dei suoi due figli di 4 e 10 anni!!!!
E ancora..il 27 e il 28 maggio, quando gli ultimi cannoneggiamenti tra tedeschi e americani causarono altre morti e distruzioni in corso Garibaldi…
… e il 1° e il 3 giugno, quando gli americani erano arrivati a Labico e si vedevano i tedeschi in fuga andarsene lungo i binari della ferrovia, e tutti credevano che la guerra fosse finita e quindi avevano abbandonato la prudenza e uscivano dai ricoveri con l’impazienza di festeggiare e di tornare nelle proprie case, e invece ancora cannonate, granate e schegge fecero vittime tra questa gente che credeva di poter tornare alla vita normale.
E anche dopo, quando ormai i cannoni non sparavano più, altra gente morì, raccogliendo bombe inesplose.
La guerra finì l’anno dopo l’8 maggio 1945.
Da allora, una lapide affissa sul muro del palazzo comunale , ricorda le vittime civili di tutti questi avvenimenti, e da qualche anno , una statua raffigurante una madre con in braccio il suo bambino, è stata posta in piazza della Chiesa, nel punto dove ci fu più distruzione, a memoria di questo triste giorno di 72 anni fa”.
Fonte Roma città aperta https://www.facebook.com/groups/romacittaaperta/permalink/8824790557593975
Ludovina Di Sbrocchi, di anni 44, morta sotto il bombardamento di piazza della Chiesa il 3/3/1944 con le figlie Dora e Almerinda
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