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Memorie di guerra. Museo di oggetti di vita quotidiana sotto le bombe

Il Luogo e le Vicende

Marino è comune del Lazio, in provincia di Roma, nell’area dei Castelli Romani, a sud della capitale, con oltre 43500 abitanti ed è noto soprattutto per la sua produzione vitivinicola.

Nel 1999 furono per la prima volta aperte al pubblico le grotte sotterranee di Palazzo Colonna, sede del Comune nelle quali, per sfuggire ai bombardamenti aerei, la popolazione si rifugiò per mesi durante la seconda guerra mondiale.

Il territorio di Marino fu bombardato una prima volta il 19 luglio 1943: in corrispondenza del bombardamento di Roma, fu colpito Ciampino, allora frazione di Marino, il suo aeroporto e il suo nodo ferroviario. Con lo sbarco di Anzio-Nettuno del 22 gennaio 1944 i Castelli Romani assunsero un importante ruolo all’interno della linea Caesar, da Valmontone a Velletri, Lanuvio e Campoleone. A Marino giungevano bombe anche da cannoneggiamenti navali in risposta al “cannonissimo”, il cannone ferroviario tedesco installato su un binario in caverna al confine con Grottaferrata.

La città fu specificamente colpita dal bombardamento del 2 febbraio 1944 e in diverse altre occasioni fino a giugno. Il bombardamento del 2 febbraio, effettuato in due ondate verso la fine della mattinata, fu particolarmente devastante, colpendo quasi ovunque il centro abitato e distruggendolo quasi interamente. La popolazione si prodigò nei soccorsi dei numerosi feriti, cercando di superare le difficoltà di trasportarli in ospedali e cliniche della zona. Nei pressi del Palazzo Colonna restarono uccise cinquanta persone e, nel complesso, i morti furono diverse centinaia. Anche il patrimonio storico-artistico (Palazzo Colonna, la fontana monumentale, la pinacoteca, l’archivio storico, ecc…) subì danni gravissimi e talora irreparabili.

Con il timore del ritorno degli apparecchi, i circa 14.000 abitanti si rifugiarono nelle numerose cantine scavate nel tufo. Praticamente fino all’inizio di giugno i marinesi divennero il popolo delle caverne, riorganizzando tra mille problemi, paure e sofferenze un minimo di vita sociale. Dovettero fare i conti con la mancanza di cibo e medicine o con il pericolo dei crolli e la mancanza di combustibili per riscaldarsi. Mancava perfino l’acqua potabile, essendo stato colpito l’acquedotto e il legno per le bare.

Marino fu colpita ancora svariate volte, ma il 17 febbraio e il 31 maggio le incursioni furono ancora particolarmente pesanti. L’incubo cessò nel pomeriggio del 4 giugno quando, incalzati dalle truppe alleate, i tedeschi iniziarono il ritiro verso Roma lasciando libero il campo alle avanguardie. In serata Marino fu del tutto liberata.

La Memoria

La gestione del luogo, mediante un bando comunale, nel marzo 2017 è stata assegnata all’Archeoclub Colli Albani; si accede ai sotterranei dalla sede della Associazione Pro-loco, nel palazzo comunale, dove sono collocati pannelli illustrativi e introduttivi.

Il percorso espositivo – dovuto alla proposta progettuale dell’architetto Paolo Terribili – intende richiamare due aspetti nei quali la vita nelle grotte è stata decisiva per la popolazione di Marino.

Il primo – dal titolo eloquente Memorie di guerra – è la ricostruzione e il racconto, ispirato al diario di Zaccaria Negroni, prestigioso esponente cattolico locale, delle condizioni di vita delle gente comune nei giorni e nei mesi precedenti la liberazione. Preceduto e accompagnato da pannelli esplicativi realizzati con materiale d’epoca, l’allestimento espone i resti della presenza nelle grotte delle persone e delle famiglie, come scarpe, coperte pentole, brandine, mobiletti ed altri oggetti della vita quotidiana.

In vita vitis è invece il secondo percorso, che ricorda la funzione originale degli ambienti, con esposizione di strumenti agricoli ed altro materiale per la produzione vinicola.

Largo Palazzo Colonna 7 – Marino (RM)

Fonte: https://memoranea.it/luoghi/lazio-rm-marino-memorie-di-guerra

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