Vassalli Fabrizio (Franco Valenti)
Data di esecuzione: 24 maggio 1944
Organo giudicante: Feldgericht
Accusa: Spionaggio
Data di nascita: 18 ottobre 1908
Luogo di nascita: Roma
Paternità: Arturo Vassalli
Maternità: Bice D’Emilia
Professione: impiegato
Formazione d’appartenenza: Brigata Matteotti/Gruppo Vassalli
Grado: Capitano di Artiglieria
Data di arresto:13.31944
Permanenza nel carcere di Regina Coeli: 13.3.1944- 24.5.1944
Informazioni biografiche
Laureato in Scienze economiche e commerciali nell’Università di Roma, fu assunto presso l’Azienda Minerali Metallici. Nel settembre del 1939 fu richiamato con il grado di tenente; promosso capitano, fu destinato all’isola di Saseno. Quando fu proclamato l’armistizio lasciò il reparto e raggiunse Brindisi, dove si mise a disposizione del comando militare del RE. Il 4 ottobre 1943 passò le linee e raggiunse a Roma il colonnello Cordero Lanza di Montezemolo. Creò un nucleo organizzativo di spionaggio, con il nome in codice Franco Valenti, stabilendo il suo centro operativo in collegamento col Psiup nello studio del pittore Giordano Bruno Ferrari, in via del Babuino.
Circostanze dell’arresto
Il 13 marzo 1944, Fabrizio Vassalli fu arrestato in via del Babuino con Giordano Bruno Ferrari e rinchiuso in via Tasso. Con loro furono arrestate anche Amelia Vitucci, moglie di Vassalli, insieme all’ufficiale Salvatore Grasso, all’elettromeccanico Corrado Vinci e alla moglie di questi, Jolanda Gatti, incinta di sette mesi, al radiotelegrafista Pietro Bergamini e alla sua segretaria Bice Bertini. Tutti furono processati e condannati: gli uomini a morte, le donne a pene detentive (queste ultime furono liberate all’arrivo degli Alleati). L’arresto fu condotto dal nucleo del controspionaggio tedesco del capitano Ferdinand Thun von Hohenstein che si servì di Giovanni Malmo, Cesare Grasselli ed Emilio Frigenti, agenti della Rsi..
Fonti archivistiche
Anfim, /Vittime 4.2 fascicolo Vassalli Fabrizio; AS di Roma, Cap, Cd’a, b. 1139, fasc. 2834; «procedimento contro Alfredo Leboffe»; Msl, Archivio istituzionale carte tedesche Bacheche, cella 3; ACS, MD Ricompart Lazio, b. 172, fasc. 17121.
Riferimenti bibliografici
Italo Zingarelli, Il terzo Braccio di Regina Coeli, Roma 1944, pag. 66; Guido Stendardo, Via Tasso, Roma 1965; Pasquale Curatola, La morte ha bussato tre volte, De Luigi editore, Roma 1944; Malvezzi Pietro e Pirelli Giovanni (a cura di), Lettere dei condannati a morte della resistenza italiana, Einaudi, Torino 1994 p. 325; Renato Perrone Capano, La Resistenza in Roma, II, Roma 1963
Note
La sentenza del processo celebrato dal Feldgericht nei confronti dei componenti il “Gruppo Vassalli” è pubblicata nel testo di Guido Stendardo indicato nei riferimenti bibliografici alla pag. 49. Nel dopoguerra Fabrizio Vassalli sarà insignito della medaglia d’oro al valor militare.